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IL DOPING SFRENATO PORTA ALLA MORTE | BODY BUILDING ACTION discovery of natural body buillding

IL DOPING SFRENATO PORTA ALLA MORTE

Posted on 18:03:00 by MASTER WALLACE

Pericolo wrestling: 65 morti in 10 anni


La roulette russa chiamata wrestling Il doping sfrenato ha causato almeno 65 decessi «sospetti» di lottatori dal 1997 ad oggi
Una stretta che da paterna si trasforma in mortale. E' l' ultimo, raggelante, dettaglio sulla strage di Atlanta, dove il lottatore Chris Benoit ha ucciso moglie e figlio prima di impiccarsi. Una morsa letale, che in gergo si chiama «Crippler Crossface», che forse il povero Daniel, sette anni, ha scambiato inizialmente per un gioco, prima che papà Chris stringesse la presa, sino a quando il bambino ha emesso l' ultimo respiro. La deduzione è del medico legale che ha effettuato le autopsie, basate sui lividi riscontrati sul collo di Daniel. La follia all' ultimo stadio, la morte, compagna di viaggio dei wrestler, che varca i confini di casa, colpendo un innocente. La morte che non è estranea a questo mondo, visto che i numeri riguardanti i decessi dei protagonisti di questo folle spettacolo, toccano cifre inquietanti: 65 dal ' 97, quasi tutte ricollegabili all' uso di steroidi. Chris Benoit non è stato il primo, e, purtroppo, rischia di non essere nemmeno l' ultimo. La morte del canadese è solo la più eclatante, per modi e conseguenze, di una lunga serie di decessi quantomeno sospetti, se non direttamente collegabili ad abuso di sostanze dopanti, legate al mondo del wrestling professionistico. STUDIO Uno studio pubblicato un paio d' anni fa dal quotidiano Usa Today, basato su cartelle cliniche, dossier della polizia e interviste ai famigliari dei deceduti, citava, almeno 65 morti sospette di ex lottatori dal 1997. Una cifra spaventosa, tenendo conto che si parla di uomini e donne che non avevano superato i 45 anni d' età. Un trend destinato solo a ingigantirsi, visto che il business del mondo del wrestling pro' continua ad allargarsi e la pressione per non venir esclusi dal grande giro, quello che porta fama e dollari nelle tasche dei lottatori, non fa altro che spingerli all' uso di sostanze illegali per diventare sempre più grossi. Ma non è stato sempre così. Ci sono wrestler come Bobo Brazil, morto a 73 anni. O lo Sceicco, deceduto a 76. Freddie Blassie campò sino ad 85. Ma quella era un' altra era. Prima degli steroidi, prima della cocaina, prima degli antidolorifici. IMMAGINE Benoit era il ragazzo copertina del nuovo wrestling, quello di Steve McMahon, il fondatore della World Wrestling Federation (poi diventata World Wrestling Entertainment), uomo senza scrupoli, che dal movimento da lui creato intasca decine di milioni di dollari l' anno (come potete leggere a parte). Un ragazzo alto meno di un metro e ottanta, con un fisico tutt' altro che imponente. Per coronare il suo sogno, diventare un lottatore professionista, non ha potuto far altro che entrare nel giro nell' unico modo possibile, iniettandosi quantitativi di steroidi che lo trasformassero in un gigante del ring, se non per statura, per massa muscolare, quella che conta sulla pedana. Senza pensare alle conseguenze. Proprio come accadde a Brian Pillman, ex giocatore dei Calgary Stampeders della Canadian Football League, tagliato dai canadesi dopo poche partite e datosi al wrestling in cerca di rivincita. Fu trovato morto in una stanza di hotel nel 1997, a soli 35 anni. Il medico legale disse che si trattava di una crisi cardiaca, causata però dall' uso di steroidi. TUNNEL Un refrain infinito. La lista è lunga. I danni del doping senza ritegno, per metter su qualche chilo in più, per sembrare ancora più cattivi e aggressivi nella finzione del quadrato, davanti alle telecamere e a un pubblico che assomiglia sempre più a quello dell' antica Roma, assetato di sangue, che si nasconde dietro alla facile scusa che «tanto è tutto un gioco, mica fanno sul serio», vengono a galla quando decine di lottatori non arrivano a festeggiare i 45 anni. Danni al cuore e al fegato, aumento della pressione e del colesterolo. Ecco allora che arrivano ad assumere sino a 200 pastiglie al giorno, la maggior parte antidolorifici, per poter comunque competere cinque sere alla settimana. Uno studio medico, effettuato dal dottor Keith Pincard di Dallas, ha stabilito che i wrestler hanno probabilità di morire entro i 45 anni 20 volte più alte rispetto a una persona normale. Per un attimo di gloria effimera. Per un applauso e una manciata di dollari. * * * 25 MORTI D' INFARTO Sono deceduti (dal ' 97 ad oggi) prima di compiere 45 anni. Non tutte sono state ufficialmente collegate all' uso di sostanze dopanti, anche se si sospetta che nella maggioranza dei casi abbia influito l' uso di steroidi. 60 I PRO' PIU' FAMOSI Sono circa una sessantina i wrestler sotto contratto con la Wwe, divisi in due roster (Smackdown! e Raw) che in pratica sono due federazioni distinte. Ma la Wwe controlla migliaia di lottatori attraverso organizzazioni regionali. 97 MILIONI DI AZIONI Vince McMahon, boss della Wwe, è stipendiato dalla società (850 mila dollari) come amministratore delegato, ma possiede 97 milioni di azioni della Wwe che nel 2006 gli hanno fruttato 17 milioni di euro 370 MILIONI DI FATTURATO La Wwe è quotata in borsa a Wall Street dal 2000 e le sue azioni valgono oltre 15 dollari. Il fatturato della federazione è di 500 milioni di dollari, 370 milioni di euro, derivanti da merchandising, tv e biglietti * * * TRAGICO ELENCO In sette anni morti in 15 E' tragico l' elenco dei wrestler professionisti morti dal 2001 ad oggi. 2001 Terry Gordy, 40 anni Bobby Duncum jr., 34 2002 British Bulldog, 39 Yokozuna, 34 2003 Curt Hennig, Mister Perfect, 44 Crash Holly, 32 Road Warrior Hawk, 45 2004 Big Boss Man Hercules Hernandez, 47 2005 Eddy Guerrero , 38 (sopra) 2006 Earthquake, 42 2007 Chris Benoit, 40 Bam Bam Bigelow, 45 Mike Awesome, 42 Biff Wellington, 42 Dal 1997 sono però almeno 65 le morti di lottatori riconducibili all' abuso di sostanze. * * * UN' AGGHIACCIANTE IPOTESI SULLA STRAGE DI ATLANTA Benoit uccise il figlio con presa da lotta Daniel soffocato con una stretta alla gola Una mossa da wrestler, la «Crippler Crossface», come aveva fatto tante volte sul ring con gli avversari. Solo che nella morsa mortale c' era il figlio Daniel, 7 anni. Chris Benoit aveva perso il controllo, forse in preda alla «roid rage», la rabbia che a volte s' impossessa di chi fa uso di steroidi. SVILUPPI E' questa l' ultima, agghiacciante, ipotesi sulla strage di Atlanta del 23-24 giugno, perlomeno stando alle deduzioni del medico che ha effettuato l' autopsia. Che la polizia della Georgia continua a classificare come «omicidio-suicidio», nonostante la strana coincidenza della notizia della morte di Nancy, la moglie del lottatore, apparsa su Wikipedia prima che venissero scoperti i cadaveri. Il reo confesso ha convinto gli inquirenti che sia stata solo una sinistra coincidenza. Scott Ballard, procuratore distrettuale, non cambia idea: «Le autopsie confermano l' ipotesi iniziale e sono certo che, a conclusione delle indagini, le morti saranno catalogate come omicidio-suicidio». MEDICO Intanto, il medico di Benoit, Phil Astin, dovrà rispondere di fronte a un tribunale federale per le prescrizioni di testosterone fatte avere al lottatore nei giorni prima degli omicidi. La Fbi aveva fatto irruzione nel suo studio dopo la strage e aveva sequestrato le cartelle cliniche del wrestler. Ricette che fanno rimanere allibiti: il medico prescriveva regolarmente ogni 3-4 settimane a Benoit una quantità di steroidi capace di coprire 10 mesi per una persona normale. Tuttavia Astin non dovrebbe essere sottoposto a processo penale. Rischia di finire in nulla, invece, lo studio del cervello di Benoit, richiesto da alcuni medici per capire se ci possano essere state delle conseguenze tra le numerose commozioni cerebrali subite dal lottatore e la follia che lo ha portato a uccidere. Essendosi impiccato a testa in giù, ed essendo rimasto in quella posizione, inclinato di 93°, per oltre 24 ore, la materia grigia si è praticamente liquefatta. PAPA' Per la prima volta, si è fatto sentire anche il papà di Chris, Michael: «Possono attribuire il folle gesto di mio figlio a quello che vogliono - ha dichiarato all' Atlanta Journal Constitution - Resta il fatto che una spiegazione razionale non esiste». m.o.



Oriani Massimo

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